I migliori flashback di Naruto
Il mio compito principale è quello di commentare i capitoli settimanali. Ma ciò non mi impedisce di interloquire con voi, su quello che Naruto può vantare rispetto a qualsiasi altro manga: i flashback. Sempre molto toccanti, mai noiosi, riescono a far capire a fondo la psicologia del personaggio. Anche se sono lunghi due o tre pagine. Andiamo quindi a presentare la mia personale classifica, sui quali siano stati i flashback migliori di tutto l’arco narrativo di Naruto.
5) Al quinto posto quoto Nagato.
Rimasto orfano, solo perché dei ninja della Foglia avevano sbagliato persone. Insieme a Yahiko e Konan, trascorre la sua infanzia, cercando di arrangiare giorno dopo giorno. E più tardi fonda l’Akatsuki (letteralmente: “luna rossa”, significato: “alba”). Così come all’alba il sole sorge per dar inizio a un nuovo giorno, cosi lui, con l’Akatsuki voleva far sorgere un nuovo mondo di pace e fratellanza. Quando tutto sembrava andare per il meglio, l’inganno di Danzo, provoca il disastro. Yahiko si suicida per liberare Konan, mentre Nagato, accecato dall'odio e dalla vendetta, uccide tutti i responsabili. In seguito Nagato prende possesso dell'organizzazione di Yahiko e sfrutta i suoi nuovi poteri per diventare il nuovo Leader della Pioggia, uccidendo Hanzo e tutti i suoi alleati. Infine adotta il nome di Pain e diventa il capo di Akatsuki. Una storia continuamente perpetuata dal dolore, prima per la perdita dei genitori, poi per la perdita di un amico.
4) Al quarto posto c’è il flashback di Gai.
L’ho inserito al quarto posto, perché è una storia che, più o meno, mi è vicina. Il fatto di essere denigrati perché non si è come gli altri è un tema che mi appassiona e mi ispira alquanto. Il padre di Gai si dimostra una persona molto umile, apprezzando anche gli “insulti” di altre persone. Gai tenta di vendicare il torto subito, ma, come si dice, ha il resto. Ed ecco, come il padre riesce ad inculcare il significato di “primavera della giovinezza” al figlio: perché una vittoria non è sconfiggere qualcuno che è più forte di te, ma proteggere qualcuno che per noi è importante. E poi momento epico e toccante: nonostante fosse da solo, nonostante fosse solo un Genin, nonostante avesse davanti i sette spadaccini della Nebbia, decide di sacrificarsi, usando l’ottava porta, per salvare suo figlio e i suoi amici. E con la primavera della giovinezza dalla sua parte, Gai diventa il rivale dell’ormai inferiore Kakashi.
3) Al terzo posto c’è il flashback di Gaara affiancato da quello di Shukaku (capitolo 660).
Un bambino voluto solo per trovare un contenitore adatto per il Monocoda. Nato prematuro, si sente al sicuro tra le braccia della madre che moriva in quegli istanti di sofferenza. Una infanzia terribile, allontanato dai suoi coetanei, per il suo “essere diverso”. Uccide, senza saperlo, sua zia, solo per un perverso desiderio del padre, che provoca il dolore del figlio fino a farlo impazzire. Il bambino conosciuto come Gaara, il mostro che vuole bene solo a se stesso, che pensa solo a sé e combatte solo per sé e che continuerà a vivere la sua vita. Un nome che incitasse a sopravvivere. Ancora più toccante è il momento in cui il padre si scusa, e Gaara lo perdona, protetto dalla sabbia della sua cara mamma. Momento davvero molto emozionante. In concomitanza c’è il flashback di Shukaku, che ricorda un suo precedente Jinchuuriki. Un vecchio che assomigliava molto all’Eremita, un vecchio che da a Shukaku la speranza di credere ancora una volta nelle persone. Mi è piaciuto molto il fatto che Bunbuku (il nome del vecchio) avesse inciso sulle mani, su una il kanji che significa “cuore” e sull’altra il kanji che significa “accettare”. La composizione di questi due kanji da luogo alla parola “innamorarsi” che è quella incisa sulla fronte di Gaara.
2) Il secondo posto è occupato da Itachi.
Uno dei flashback più significativi che abbia mai letto, secondo solo ( dal mio punto di vista ) al tizio che inserirò in prima posizione. Per il bene del suo villaggio diventa un criminale, un traditore. Uccide tutti i membri del suo clan per fermare un colpo di stato, ma si ferma davanti al suo caro fratellino. Se dici di seguire Naruto, non puoi non conoscere il passato di questo personaggio. Altrimenti puoi aprire la finestra, prendere una bella rincorsa e saltare, sperando che in quel momento ti trovi al piano terra. Costretto a portarsi sulle spalle, il peso di una scelta difficile: la famiglia o la patria. Costretto a essere definito un traditore da tutti gli abitanti della Foglia, proprio quegli abitanti che lui aveva scelto di proteggere dalla ribellione. Costretto a infiltrarsi nell’Akatsuki, per studiarne i movimenti. Una vita passata nella menzogna. Perché quello che crediamo essere reale, potrebbe rivelarsi una mera illusione che ci allontana dalla verità.
1) Al primo posto inserisco Obito.
Il flashback che mi ha più lasciato senza parole, un mix di emozioni tra l’esaltazione, la rabbia, e anche un po’ di dolore. Il sogno di diventare Hokage, il non abbandonare i propri compagni, il suo amore per Rin e la paura di dichiararsi, e la sua baldanza me lo hanno fatto amare già al primo incontro. Poi ci fu l’incidente. L’incidente che distrugge la parte destra del suo corpo, ma che, miracolosamente, lascia intatto il suo Sharingan sinistro che decide di regalare a Kakashi, con il compito di proteggere la sua amata. Riesce tuttavia a salvarsi, grazie alle cure di Madara. Riprende allora i suoi allenamenti per poter raggiungere i suoi compagni e proteggere finalmente e degnamente Rin. Ma ecco poi la scena che lo distrugge emotivamente e lo fa diventare uno dei personaggi più forti e influenti di tutta la storia: Kakashi trafigge Rin. Non solo vede morire la ragazza che tanto amava, ma è il suo miglior amico ad ucciderla. Una scena devastante. E dopo quella scena sviluppa egregiamente il Mokuton, sviluppa il Mangekyo, provoca l’attacco del Kyuubi a Konoha, diventa il boss dell’Akatsuki, riesce a raccogliere il chakra dei Bijuu, provoca la Quarta Guerra Ninja, diventa il Jinchuuriki del decacoda. È incredibile come una azione possa far scaturire tutto ciò. Tuttavia io non volevo che un personaggio cosi caparbio e gagliardo rimanesse un cattivo, perché lui non lo era mai stato. Grazie a Naruto (con il tanto criticato predicozzo no justu ) vediamo la sua conversione. Molto molto bello.
Conclusioni
Fare questa classifica è stato abbastanza difficile, perché sono tanti i flashback da prendere in considerazione. Tuttavia, tra quelli non presenti, cito quello di Sasori, quello di Kisame, quello di Kushina e quello di Hashirama e Madara. Grazie per essere arrivati fino alla fine di questo articolozzo, spero che non sia stato noioso per voi nel leggerlo, come non lo è stato per me nel scriverlo. Fatemi sapere che ne pensate, magari con la vostra classifica personale
- Madara
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